Decollazione di Giovanni Battista

Gruppo 5



Nella cattedrale di San Giovanni a La Valletta è conservata La Decollazione del Battista. Agli inizi del 1600, Caravaggio lascia Napoli e si dirige verso Malta, dove riceve l’investitura di Cavaliere di Grazia dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. L’artista sta attraversando un momento di quiete, che purtroppo non durerà a lungo. La contraddizione perenne che segna la sua esistenza lo porta a eseguire il suo dipinto più epico e grandioso, moderno ed essenziale. L’opera fu sicuramente tra le più impegnative che Caravaggio si trovò ad affrontare, soprattutto per le enormi dimensioni. La tela infatti è alta più di 3 metri e mezzo e lunga più di 5. E' una scena drammatica, ricca di pathos, tutto paradossalmente è fermo e distaccato dalla realtà, senza alcuna emozione.

L’artista mette in scena un macabro spettacolo religioso. Il pavimento dove poggiano i piedi dei personaggi è lievemente scosceso. L’arco sullo sfondo è l’ingresso che immette nel cortile della prigione de La Valletta, lì fino a pochi istanti prima era rinchiuso il Santo. Ora il corpo di Giovanni Battista giace a terra, su di lui il boia scaglia il suo pugnale. Una serva tende una conca di bronzo, dove riporrà la testa del Battista, come gli sta suggerendo l’uomo indicandogli il recipiente con il dito. Nessun’anima è scossa per quello che è appena successo, solo un’anziana si copre il volto con le mani, mentre due prigionieri addirittura si sporgono dalle grate per meglio godere dello spettacolo. Per la prima volta Caravaggio firma una tela. Nella pozza di sangue sotto la gola del Battista, Michelangelo scrive “Cavaliere Michelangelo”. Con questo autografo Merisi vuole mostrare agli altri, ma soprattutto a se stesso, l’onorabilità che ha appena acquisito dai Cavalieri di Malta. Sì perché il dipinto, l' unico che reca la firma di Caravaggio, tracciata con il sangue che sgorga dalla gola del Battista, dovrà essere rintelato. Sulla tela sono rimaste tracce delle colle che furono usate all' epoca e un' antica vernice sta sbiancando. Di conseguenza ora vengono eliminate queste vernici e lo sporco che nascondevano. E cominciano a riaffiorare le luci di Caravaggio, si rivedono, grazie al recupero della cromia originale, magiche trasparenze. Il fondo non è più sordo, spuntano chiaramente il cancello e le mura, cambiano i colori: la veste della Salomè è verde, e non nera, come appariva agli occhi dei visitatori che hanno ammirato il dipinto a Malta e a Firenze, dove è stato esposto lo scorso anno.


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